Praying with Anger (1992)

Nella mia monografia Raccontare la notte dell’anima – Il cinema di M. Night Shyamalan, potete trovare notizie sulla lavorazione di Praying with Anger, l’analisi e la scheda tecnica. In questa sede mi soffermerò su alcuni aspetti ma soprattutto su alcuni fotogrammi che non è stato possibile includere nel volume. Questo e i seguenti articoli andranno quindi a completare ed illustrare ulteriormente le mie analisi presenti nella monografia. Per acquistarla cliccate qui.

È il 1992, quando il ventiduenne M. Night Shyamalan, da poco laureato, annuncia a sua madre di voler girare un film in India. L’idea per la sua prima pellicola è piuttosto semplice: uno studente americano di origini indiane torna nella sua madrepatria. Secondo la tradizione di Woody Allen e Spike Lee, lo stesso M. Night interpreta il protagonista di questo film apparentemente autobiografico, in cui lo studente di college Dev Raman, secondo un programma di scambio, passa un anno accademico a Madras, città da cui provengono sua madre e suo padre, recentemente scomparso.

Praying with Anger (“Pregando con rabbia”) è l’unico film dell’autore a trattare il tema della diaspora culturale. Nonostante il budget ristretto il film risulta molto profondo e riesce ad esprimere la grandiosità dell’India grazie all’occhio attento del regista per i dettagli, le eleganti inquadrature e l’eccellente fotografia di Madhu Ambat. E’ già possibile riconoscere in questa prima opera lo stile dell’autore: è assente un colpo di scena finale ma la storia si sviluppa lentamente; la ricerca spirituale di Dev, che viene a contatto con l’hinduismo e la fede, prefigura l’arco narrativo del suo film successivo, Ad occhi aperti, ma si ricollega anche al Sesto senso poiché i protagonisti di questi primi tre film si ritrovano, nonostante la loro giovane età, a dover affrontare un lutto o comunque le conseguenze della morte. Il contatto con gli spiriti dell’aldilà è parte integrante della cultura indiana e per questo Praying with Anger anticipa la direzione intrapresa da Shyamalan per i successivi lavori: ricordiamo la scena in cui ci viene mostrato un rituale per tenere lontani gli spiriti (fig. 2), un’altra in cui una sciamana comunica con gli spiriti che seguono Dev (fig. 3) e quella in cui l’ombra del protagonista proiettata su un muro viene affiancata da quella di suo padre defunto, che si avvicina per accarezzarlo (fig.4-5).

Sul piano formale, infine, possiamo riconoscere un elemento che diventerà poi una costante nel cinema di Shyamalan: il primo piano di due mani congiunte (Unbreakable, The Village, E venne il giorno…; figg. 6-9). Ringrazio Adrian Pennington che ne parlò per primo qui.

Praying with Anger viene ormai menzionato di rado – perfino dallo stesso autore – e non è mai stato rilasciato su vhs/dvd: è quindi di difficile reperibilità. Ma non disperate…

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